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Integrando tra loro competenze già detenute in-house in materia di analisi dei materiali in laboratorio e verifica dei processi produttivi 'on site', in questo caso di condotte per gasdotti, il RINA ha messo a punto il 'H2-Ready Method Statement', con l'obbiettivo di supportare i produttori di pipeline nella realizzazione e commercializzazione di prodotti al 100% 'hydrogen ready'.
"Si tratta di un insieme di linee guida per qualificare le tubazioni di nuova produzione al trasporto di H2 in purezza" spiega ad HydroNews Andrea Bombardi, Carbon Reduction Excellence - Executive Vice President del gruppo genovese. "Le condotte realizzate seguendo queste prescrizioni saranno fin da subito in grado di trasportare il 100% di metano, il 100% di idrogeno e, ovviamente, tutte le miscele con diverse proporzioni tra i due gas".
L'idea di mettere a punto questo Method Statement è nata durante il lavoro che RINA ha svolto per sulle condotte realizzate da Corinth Pipeworks per Snam: "Abbiamo sempre svolto attività di verifica e ispezione in tubifici, e da tempo nel nostro laboratorio specializzato in Calabria facciamo analisi sui materiali per verificarne le proprietà fisiche in relazione alla gestione di idrogeno".
A questo punto RINA ha deciso di integrare le competenze "per estendere il raggio d'azione del nostro intervento e certificare la 'readyness' non soltanto del materiale di cui è composto il tubo, ma del prodotto finito che comprende anche altre componenti, allargando quindi il focus del nostro lavoro all'interno ciclo produttivo delle condotte".
In sostanza, non si tratta più di verificare le proprietà di un materiale, ma di certificare che - se prodotto seguendo le prescrizioni del 'H2-Ready Method Statement' - l'intero tubo è pronto per trasportare anche idrogeno puro.
"Proprio in ragione di questa visione più ampia, il servizio che proponiamo è rivolto certamente ai produttori di pipeline, ma anche ai loro clienti, che potrebbero voler verificare la 'hydrogen readyness' del materiale acquistato".
Il gruppo genovese quindi prosegue nel percorso di evoluzione della sua offerta di servizi sulla 'via' dell'H2, portando sul mercato un prodotto innovativo: "Se non siamo i primi in assoluto, siamo sicuramente tra i primi al mondo ad aver definito e a proporre questo tipo di soluzione" assicura infatti Bombardi.
L'idea di mettere a punto questo Method Statement è nata durante il lavoro che RINA ha svolto per sulle condotte realizzate da Corinth Pipeworks per Snam: "Abbiamo sempre svolto attività di verifica e ispezione in tubifici, e da tempo nel nostro laboratorio specializzato in Calabria facciamo analisi sui materiali per verificarne le proprietà fisiche in relazione alla gestione di idrogeno".
A questo punto RINA ha deciso di integrare le competenze "per estendere il raggio d'azione del nostro intervento e certificare la 'readyness' non soltanto del materiale di cui è composto il tubo, ma del prodotto finito che comprende anche altre componenti, allargando quindi il focus del nostro lavoro all'interno ciclo produttivo delle condotte".
In sostanza, non si tratta più di verificare le proprietà di un materiale, ma di certificare che - se prodotto seguendo le prescrizioni del 'H2-Ready Method Statement' - l'intero tubo è pronto per trasportare anche idrogeno puro.
"Proprio in ragione di questa visione più ampia, il servizio che proponiamo è rivolto certamente ai produttori di pipeline, ma anche ai loro clienti, che potrebbero voler verificare la 'hydrogen readyness' del materiale acquistato".
Il gruppo genovese quindi prosegue nel percorso di evoluzione della sua offerta di servizi sulla 'via' dell'H2, portando sul mercato un prodotto innovativo: "Se non siamo i primi in assoluto, siamo sicuramente tra i primi al mondo ad aver definito e a proporre questo tipo di soluzione" assicura infatti Bombardi.
Parole chiave: Idrogeno
- Paolo Di Marco
- Giuseppe Grassi
- Precision Fluid Controls